Institutiones rei herbariae. [...]

Botanica - Erbario


Institutiones rei herbariae. [...] Il Tournefort si presenta da sé: dopo la dedica piuttosto enfatica a re Ludovico, sciorina in latino il suo curriculum vitae, di cui ha già dato anticipazione nel frontespizio definendosi Dottore Medico, Socio dell’Accademia Regia delle Scienze, Professore di Botanica nell’Orto Botanico. Segue poi l’esposizione critica del suo metodo di classificazione: sotto questo punto di vista il Tournefort si mostra figlio del suo tempo, nel senso che sente improcrastinabile l’esigenza di adottare un sistema di classificazione del Regno vegetale. Le Institutiones cominciano di fatto con un lungo isagoge, letteralmente introduzione, che però è più u quadro prospettico della storia della botanica. Non si tratta però solo di un’elencazione di botanici e delle loro opere, arricchita al massimo da qualche commento. E’ piuttosto una revisione critica che mette a confronto le varie posizioni assunte dagli studiosi davanti al grande problema della conoscenza e della classificazione delle piante, tanto più impellente dopo la scoperta del nuovo Mondo, con disquizioni evolutive da un autore all’altro. L’introduzione quindi costituisce un nocciolo forte della trattazione. Il Tournefort non ne fa una trattazione a sé, solo una questione storica, ma tutto l’antefatto gli serve ad introdurre i propri punti di vista, le proprie posizioni sull’argomento. E le supporta con molti esempi e comparazioni, partendo dalla definizione di planta, corpus organicum quod radicibus semper, seminibus forte sempere; foliis, floribus & caulibus fere semper donatur (pag. 54). La struttura globale dell’organismo vegetale e l’analisi dei vari organi della pianta, in primis del fiore di cui sottolinea la explicatio usus singularum partium lo portano infine a formulare una classificazione delle piante in XXII classi, distinte sulla base del portamento (herbae, suffrutices, frutices, arbores) ma anche della struttura fiorale (monopetale, polipetale, flosculose, semiflosculose, radiate, apetale, ecc.). Ogni classe è poi distinta in sezioni e ognuna di queste in generi. La sostanziosa appendice è più che giustificata in un’opera di questo genere in continuo aggiornamento. Ad essa fanno seguito il glossario e vari indici, più un Corollarium con indice delle Institutiones e dei generi di recente istituiti, con l’assegnazione alle varie classi. Il sistema proposto da Tournefort ebbe un certo successo, anche perché mancava di meglio, e fu seguito di fatto per tutto il Settecento. Le prolisse definizioni delle specie furono poi superate dalla denominazione binomia linneana. Costituì comunque per gli studiosi del tempo uno strumento miliare, anche perché il tutto è accompagnato da 2 volumi di disegni relativi a fiori e loro particolari, realizzati con grande cura e precisione.


Alcune immagini del libro