Libellus quo demonstratur stramonium, hyosciamum, aconitum. Non solum tuto posse exiberi usu interno hominibus, verum & ea esse remedia in multis morbis maxime salutifera. Junguntur simul harum plantarum imagines ære excusæ.

Veleni


Libellus quo demonstratur stramonium, hyosciamum, aconitum. Non solum tuto posse exiberi usu interno hominibus, verum & ea esse remedia in multis morbis maxime salutifera. Junguntur simul harum plantarum imagines ære excusæ. "Herbae venenatae nobis multum promittunt": è l’affermazione di Antonio Storck nella prefazione del suo "Libellus quo demostrantur stramonium, hyosciamum, aconitum non solum tuto posse exiberi usu interno hominibus, verum & ea esse remedia in multis morbis maxime salutifera" (anno di pubblicazione 1762) Si tratta di considerare queste erbe non soltanto come velenose ma di trovare il loro uso ideale come piante medicinali. Il primo capitolo è dedicato allo stramonio, che lo Storck trova nelle sue passeggiate di erborizzazione nei dintorni di Hetzendorf, dove si trova per curare la famiglia imperiale: racconta di come si avvicina al pericoloso esperimento di annusare l’erba, memore del proverbio "si tantum olfeceris stramonium, ebrietatem facit" L’unico risultato è l’odore nauseabondo ma nessuna temuta ebbrezza. Lo stramonium officinale, chiamato dai botanici "datura" e "solanum foetidum", viene raccolto dallo studioso per il primo della serie di esperimenti: dopo due mesi che l’infuso sarà dato al paziente, noterà che questi comincerà a ragionare, dir le preghiere ed avere buona memoria: "Stramoniii extractum posse dari tuto, diu & bono cum effectu". Alle pagine ventisei e seguente viene descritto lo hyosciamo; anche in questo caso la pianta vietata all’uso interno, viene sperimentata dallo Storck per una terapia su di un cane, che finirà positivamente. L’aconito, chiamato anche napello, è stato visto dall’Autore nei giardini botanici svedesi e piantato nei giardini d’Europa "ut ornamento esset", considerando la sua pericolosità. Ma sarà usato nei vari esperimenti citati in piccole quantità con un effetto sicuramente positivo. Le stampe che illustrano il libello, di buona qualità grafica, sono ripiegate perché di misura grande rispetto al libro ed il loro probabile uso è stato quello didattico. Allegato a questo libretto, troviamo, edito nello stesso anno, il "Supplementum necessarium de cicuta" che recensiamo con una scheda a parte.


Alcune immagini del libro