"Capolavori di conoscenza ed arte"

22/05/2006 00:00:00

"Capolavori di conoscenza ed arte"

Gli erbari fra storia, agricoltura e medicina

Capolavori Udine 2006Villa Chiozza di Scodovacca di Cervignano del Friuli, all’interno di un secolare e maestoso parco naturale di 28 ettari, ospita la mostra “Capolavori di conoscenza ed arte. Gli erbari fra storia, agricoltura e medicina”.
L’evento nasce nell’ambito dell’attività di comunicazione culturale di Aboca Museum – il Museo delle Erbe dell’azienda erboristica Aboca -, grazie alla collaborazione con la Direzione Centrale delle Risorse agricole, naturali, forestali e montagna della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, l’Università degli Studi di Udine e la Biblioteca (Universitatsbiblioteck) dell’Università di Eichstatt-Ingolstad (Germania).
La mostra vuole approfondire le problematiche legate all’evoluzione funzionale e didattica della comunicazione botanica tra Rinascimento ed Illuminismo, periodo che, dopo la scoperta della stampa, vide il nascere in Europa di un’innumerevole quantità di opere descrittive e figurative del regno vegetale.
Con lo svilupparsi delle grandi esplorazioni geografiche e sulla spinta di committenti sempre più colti ed esigenti in fatto di novità-rarità, il risultato fu un vero e proprio florilegio sia di erbari, vanto e decoro delle biblioteche, sia dei giardini medico-naturalistici, ornamento di ville e città. La botanica, studiata all’inizio per gli aspetti medici, si trovò pressata, poi, da quelli naturalistici ed estetici: dalla visione quattrocentesca, descrittiva e poco decorativa perché mirata all’esclusivo uso salutare, si passò ad apprezzare le piante per la bellezza delle forme e lo splendore dei fiori.
Nel periodo in questione, un vero e proprio Rinascimento Botanico, fu pubblicato un elevato numero di erbari figurati. Botanici di ogni nazionalità cercarono di rendere l’immagine sempre più rispondente al vero, ricorrendo all’aiuto di veri e propri artisti per quanto riguarda il disegno, l’incisione e l’acquarellatura delle tavole.
La mostra, con l’esposizione di rare opere, tra le quali spicca per importanza l’Hortus Eystettensis di Basilius Besler, cercherà di mettere in evidenza proprio la dinamica del sapere naturalistico-scientifico, che è stata una tappa fondamentale per giungere alla scienza moderna.
Mettendo in risalto anche il lato artistico, sarà un’occasione di confronto tra culture di epoche e di Paesi diversi. E’ rivolta al grande pubblico (ma anche agli addetti ai lavori) per la preziosità e la rarità del materiale esposto, comprendente incunaboli e documenti botanici antichi, collezioni botaniche pluriregionali.

Attraverso l’esposizione-presentazione di erbari del XVI-XVIII secolo, la mostra affronterà aspetti bibliologici, filologici, iconologici, tassonomici, ecc. ed avrà un particolare riferimento agli usi terapeutici delle piante. Vuole rappresentare, in definitiva, uno spaccato tra sapere medievale e scienza moderna, tra cultura classica e scienza sperimentale, tra rappresentazione arcaica e rinascimento artistico. Alla fine del percorso della mostra, accanto al bookshop, una tisaneria, dove è possibile gustare le tisane Aboca, offre al visitatore un piacevole punto di ristoro.

INIZIATIVE DI APPROFONDIMENTO CULTURALE La mostra farà anche da sfondo ad una serie di convegni e di incontri. Alcuni di questi saranno rivolti a medici, farmacisti ed erboristi su temi specifici riguardanti la fitoterapia. Altri, diretti alle associazioni culturali ed amatoriali, ripercorreranno le tradizioni popolari nella raccolta e nell’uso delle piante medicinali. Inoltre l’Università degli Studi di Udine organizza cinque conferenze pubbliche su temi d’interesse generale legati alla botanica.

EVENTO EDITORIALE COLLEGATO In occasione della mostra sarà presentata l’edizione Aboca Museum, del primo fac-simile dell’Hortus Eystettensis (Basilius Besler, 1613, tre volumi) conservato presso la Biblioteca dell’Università di Eichstatt-Ingolstad (Germania). L’opera, che sarà corredata da un commentario, da una parte recupera il patrimonio iconografico contenuto nel prezioso libro e dall’altra ne recupera il valore culturale ed applicativo.