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La collezione di bilance

Le bilance erano strumenti indispensabili nella preparazione delle ricette a base di erbe medicinali, perché l’arte dello speziale era un’arte di precisione. L’efficacia dei rimedi, infatti, era strettamente legata all’armonia delle quantità di ingredienti e delle dosi somministrate ai pazienti.
La collezione museale raccoglie varie tipologie di bilance, raccontando la millenaria storia di questi strumenti e l’evoluzione della loro tecnica di costruzione.

Approfondimento storico-filosofico

La bilancia più antica finora rinvenuta è databile al 3000 a.C. e la struttura di base di questo strumento di pesatura, con piatti e giogo sostenuti da corde, rimane invariata fino al 33 a.C., quando i Romani ne introducono una completamente in metallo.
Si tratta della bilancia a bracci uguali e ne esistono diversi tipi a seconda dell’uso che ne viene fatto: bilancia da mercato, pesabarre, per pietre preziose, per cereali, pesalettere, per laboratorio. Fino al XIX sec. la bilancia è soprattutto del tipo sospeso, fisso o manuale. A quest’ultimo appartiene quella tascabile o in custodia, ideata per tutelarsi dal rischio della frode. Ma la rivoluzione della tecnica di costruzione avviene in seguito alla scoperta della chimica sperimentale e sistematica a metà del XVIII sec., quando nel laboratorio nasce l’esigenza di una bilancia ancora più precisa.
Compare così la bilancia a colonna e quella detta in vetrina che proteggeva la misurazione dalla polvere e dagli spostamenti dovuti alle correnti d’aria.

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