Metallotheca. Opus posthumum, auctoritate et munificentia Clementis undecimi pontificis maximi e tenebris in lucem eductum; Opera autem, et studio Ioannis Mariæ Lancisii illustratum.

Mineralogia Arte


Metallotheca. Opus posthumum, auctoritate et munificentia Clementis undecimi pontificis maximi e tenebris in lucem eductum; Opera autem, et studio Ioannis Mariæ Lancisii illustratum. La prefazione di Giovanni Maria Lancisio ci traccia la storia della Metalloteca Vaticana affidata, nello sviluppo e nella collezione, alla competenza di Michele Mercati. Si trattava di perfezionare una raccolta completa e metodica da affiancare alla gigantesca Biblioteca Vaticana e di editare un’opera importante che desse ulteriore lustro alla potenza papale; descrivere quindi la "pulcherrimam, raram ac ... divinam metallothecam...". L’incarico è del 1590 ma vari problemi, anche di salute, non permettono al Mercati di completare l’edizione. Bisognerà attendere il 1717 e l’autorità e la "Munificentia" di Clemente XI per portar "fuori dalle tenebre" la raccolta. Il volume in folio della Bibliotheca Antiqua Aboca ha la fortuna di conservare anche fra le prime pagine uno splendido e raro ritratto dell’Autore dipinto dal Tintoretto, riportato su tavola calcografica con la collaborazione del disegnatore Pietro Nello e inciso da Benedetto Fariat. Dopo una serie di epistole che testimoniano l’interesse degli studiosi più illustri e un’altra opulenta tavola figurata ecco il disegno della sala della Metalloteca che fa da riassunto generale al contenuto degli armadi e quindi diventa registro per l’opera stessa. Nell’ordine: Terrae, Sal e Nitrum, Alumina, Succi Acres, Succi Pingues, Marina, Lapides Terrae Similes, Lapides Animalium Innati, Lapides Idiomorfoi, Marmora. L’argomento di ogni capitolo è approfondito nella descrizione e nei riferimenti storici e bibliografici. Prendiamo come esempio nella Merina il capitolo De Isidis Palma: dopo la descrizione e la tavola su rame della palma corallina di Iside, troviamo ampi riferimenti alle citazioni di Teofrasto e Plinio e indicazioni complete di carattere geografico per il suo ritrovamento. Splendida la serie elencata delle pietre idiomorfe, talmente particolari da lasciar spazio a una fantasia sulla signatura del mondo minerale. Fra le idiomorfe c’è un bel sunto di malacologia con immagini e indicazioni che saranno riferimento per gli approfondimenti di questo settore delle scienze naturali. Nel quinto armadio "De sulphure" ampia iconografia e descrizione dell'uso del "sulphur" nel laboratori alchemici cinquecenteschi. Con i marmi e la descrizione di monumenti e statue imponenti realizzate con questo materiale, termina questa splendida enciclopedia di minerali e metalli, vero vanto e riferimento del mondo scientifico rinascimentale.


Alcune immagini del libro